Il Bridge

Lo sport della mente

 

Il bridge è un gioco di carte, diffuso a livello mondiale, di cui si organizzano tornei, nazionali e internazionali, campionati mondiali e olimpiadi.
In Italia il Bridge è praticato da circa due milioni di persone.
Il bridge è un gioco divertente ma non è solo un gioco. Il bridge è molto di più, è un vero e proprio sport della mente. I meriti del bridge dal punto di vista formativo, sia accademico che professionale, sono stati più volte messi in evidenza; spesso viene preso come esempio di studio nella teoria dei giochi e nel calcolo delle probabilità.
Il bridge è quindi un vero e proprio “personal trainer” della mente, la mantiene in esercizio, aumenta la capacità decisionale, impegna la memoria, stimola la creatività e la strategia. Il Bridge è un vero e proprio esercizio sportivo per la mente. Infatti il Bridge fa parte delle discipline associate al CONI.

L'Unesco ha riconosciuto che il Bridge è uno sport dell'intelligenza con un importante componente di convivialità, che può sviluppare le capacità intelletuali e migliorare le doti comunicative.

 

Nel bridge non ci sono limiti di età, non è infrequente veder giocare allo stesso tavolo ragazzi under 18 insieme a giocatori over 70.

Il Bridge è uno sport, si può giocare a livello agonistico competendo nei vari campionati italiani oppure a livello amatoriale, giocando in un circolo federale.

Bridge, economia ed alta finanza

Il Bridge è uno dei cinque sport della mente (insieme a scacchi, dama, go e xiangqi), ma è di gran lunga il più popolare fra i geni della finanza. Viene infatti raccomandato da manager del calibro di Bill Gates e Warren Buffett, appassionatissimi giocatori.

Per quale motivo?

Bill Gates e Warren Buffet

 

Sebbene tutti gli sport della mente allenino il nostro cervello a seguire determinate strategie e a compiere scelte, allenando capacità di astrazione e logica, soltanto il Bridge stuzzica la capacità di prendere decisioni basate sulle così dette “informazioni imperfette”: ovvero dati che danno un quadro solo parziale della situazione.

Mentre nei giochi di pedana tutti i pezzi sono sotto gli occhi dei concorrenti, nel Bridge gli avversari (e il compagno, per la maggior parte del tempo) hanno le carte coperte. Durante la licita e il gioco della carta bisogna quindi elaborare strategie basate su inferenze e sul calcolo della probabilità.

Bob Hamman, campione del mondo e Manager di SCA Promotions, miliardaria società di sponsorizzazione con sede a Dallas, ha spiegato il concetto con particolare efficacia: “Il Bridge è una metafora della vita: nella maggior parte dei casi non sai come sia esattamente la situazione intorno a te, ma devi per forza fare qualcosa, e anche abbastanza velocemente. E se sbagli, cosa che capita spesso, devi essere molto rapido ad accettare l’errore e a passare alla prossima smazzata senza rimuginazioni, per non compromettere ulteriormente il rendimento.”

 

Bill Gates afferma che il Bridge è uno degli ultimi giochi in cui l'uomo gioca meglio del computer proprio perchè nel Bridge occorre anche fantasia e capacità di immaginazione.

Tratto dalla tesi di laurea del dott. Carmelo Sarica:

L’uomo, però, è più efficiente del computer, nel Bridge come nell’economia” ha spiegato il neolaureato. “I giocatori esperti compiono scelte migliori. Le macchine, per riuscire, dovrebbero calcolare tutte le possibili mosse, ma sarebbe un processo troppo lungo.”

Studi accademici sul Bridge

Non è la prima volta che il Bridge tocca gli ambienti universitari.

L’esempio più rilevante in Italia riguarda addirittura una tesi di dottorato (Maurizio Fiaschetti, Leonardo Becchetti, Giancarlo Marini, 2014). La ricerca, condotta a Tor Vergata, ha dimostrato che i giocatori di Bridge, per via delle loro spiccate abilità di lavoro di squadra, sono maggiormente inclini ad applicare comportamenti cooperativi, a compiere scelte polarizzate e a prendere la decisione che porta al miglior risultato.

Ricerche compiute all’estero hanno dimostrato che i bambini che giocano a Bridge hanno una performance notevolmente superiore ai loro coetanei nei test scolastici (Shaw, Carlinville – Illinois). Questo sport della mente porta a sviluppare il pensiero critico e inferenziale, che permette ai ragazzi di avere risultati migliori non solo nelle scienze matematiche, ma anche in letteratura e arte.

Ragazzi che giocano a Bridge

 

I ragazzi del Liceo Grassi di Latina ai tavoli del Campionato under 26

 

Un’altra ricerca (Clarkson Smith e Hartley) pubblicata nell’autorevole “Journal of Gerontology” conferma che fra giocatori e non giocatori di Bridge ci sono differenze di rendimento per quanto riguarda memoria e capacità di ragionamento a favore del primo gruppo (in questo caso, la fascia d’età esaminata è 55-91 anni).

Nel 2000, una scienziata, Marian Cleeves Diamond, ha dimostrato che il Bridge favorisce addirittura le difese immunitarie, stimolando la ghiandola del timo a produrre linfociti T.

Tornando alla nostra nazione, sono molti i ragazzi appassionati di Bridge che hanno dedicato a questo argomento la loro tesi di laurea, in discipline che spaziano dall’Economia (Francesco Ferrari, “Calcolo delle probabilità nel gioco del Bridge”), alla Matematica (Matteo Baldi, sull’algoritmo di generazione di smazzate casuali) alle Scienze della Comunicazione (Simon Fellus, “Mettersi in gioco”).

Guardate questi filmati realizzati per la Federazione Italiana Gioco Bridge:


https://www.youtube.com/watch?v=nNs1HOlOww0


https://www.youtube.com/watch?v=TbKdCTkf_Yg


Il bridge quindi è una palestra per l’intelligenza visto che sviluppa la logica deduttiva, la velocità di decisione e le capacità strategiche.
Ma come si gioca a Bridge? Purtroppo non si può spiegare in poche righe, ma diciamo che:
È giocato da quattro giocatori che formano due coppie contrapposte. Il gioco è composto di due fasi, la dichiarazione e il gioco della carta vero e proprio. La dichiarazione termina con un contratto, vale a dire con l'impegno da parte di una delle due coppie di conseguire un determinato numero di prese  con un determinato seme sia assunto come briscola (atout) oppure che si giochi senza  briscola (sans atout - sintetizzabile SA - o, in ingleseno trumps, scritto NT), in base al valore convenzionale dato alle singole carte.


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